
Leggere la busta paga 2018: vademecum per capire ogni voce
Orientarsi tra trattenute, imponibili e detrazioni è possibile. I numeri e le informazioni importanti in ogni cedolino dipendente.
Leggere la busta paga o tradurre il codice di Hammurabi: quale sfida vi spaventa di più? Comprendere le mille voci della busta paga può essere molto difficile tra codici, sigle e numeri che si susseguono fitti riga dopo riga. Ma è una cosa molto importante.
La certezza che sul conto corrente arrivi il compenso pattuito con l’azienda infatti non è – e non deve essere – l’unica preoccupazione del lavoratore. In busta paga (o “cedolino stipendio” o “prospetto paga” a seconda di come venga chiamato il documento ufficiale che accompagna la retribuzione mensile) sono contenute molte informazioni che è bene conoscere.
Scopriamo come decifrare tutte le voci della busta paga… comprese i geroglifici!
Una promessa…
Stipendio netto e lordo, trattenute, detrazioni INPS e INAIL, straordinari, indennità e altre voci presenti in busta paga di cui spesso avete sentito parlare, anche se non sapete bene cosa siano e dove si trovino esattamente, si trasformeranno in pochi minuti di lettura da misteriosi enigmi a informazioni chiare.
…e una precisazione!
Non tutte le buste paga sono uguali.
La prima differenza da chiarire sulle buste paga è quella tra lavoro pubblico e lavoro privato. Da alcuni anni i dipendenti della pubblica amministrazione non ricevono più la busta paga, ma il cedolino stipendio elettronico (cedolino stipendio NoiPa), che possono consultare direttamente su portale della Pubblica Amministrazione NoiPa.
Chiarita questa distinzione, passiamo a esaminare la nostra busta paga.
Nella prima parte troviamo le informazioni anagrafiche del datore di lavoro (nome e indirizzo dell’azienda, ma anche codice fiscale, posizione previdenziale INPS e posizione INAIL) e quelle del lavoratore.
Per il dipendente sono indicati le posizioni INPS e INAIL, la matricola aziendale e tutta una serie di dati riguardanti la sua posizione in azienda: data di assunzione e – se presente – data di fine rapporto, qualifica/mansione e relativo livello, ossia l’inquadramento del lavoratore in base al CCNL.
In alto, ben in evidenza, si trova il periodo di retribuzione a cui si riferisce la busta paga.
In questa parte della busta paga possiamo leggere lo stipendio base del lavoratore derivante da qualifica, livello ed eventuali scatti di anzianità, la contingenza, vale a dire un’indennità introdotta per perdere il potere di acquisto delle retribuzioni (fissa dal 2001), e l’E.d.r. (Elemento distinto di retribuzione), una somma di 10,33 euro per 13 mensilità riconosciuta a tutti i lavoratori privati a prescindere da qualifica e relativo contratto collettivo.
Tutte queste voci si sommano per arrivare allo stipendio totale lordo.
Nella parte centrale della busta paga troviamo in dettaglio le ore ordinarie, gli eventuali premi, le ore straordinari e le indennità, cioè le retribuzioni indirette di vario tipo: le ferie godute, i permessi, la malattia e gli infortuni, le festività, la maternità. Qui si trovano indicati anche eventuali assegni familiari, tredicesima e quattordicesima (quando presenti) ed eventuali anticipi di TFR.
Tutto qui? No, c’è un’ultima parte della basta paga: un festival di cifre calcolate fino ai decimali che potrebbero spaventare anche gli amanti della matematica. Con un po’ di ordine, però, possiamo imparare a individuare quelle che ci interessano di più.
I dati previdenziali – Comprendono l’imponibile previdenziale su cui vengono calcolati i contributi, sia quelli versati dal datore di lavoro a INPS e INAIL che non figurano in busta paga che quelli versati dal lavoratore alla voce “Trattenute”.
I dati fiscali – Sono l’imponibile fiscale, l’imposta lorda e l’imposta netta IRPEF, le detrazioni di imposta, il totale delle trattenute IRPEF e gli addizionali IRPEF.
In questa parte della busta paga si trova indicato anche il Credito DL 66/2014, meglio noto come “Bonus Renzi”. Si tratta del bonus fiscale destinato ai lavoratori che hanno un reddito complessivo comprensivo di redditi da lavoro dipendente e assimilati fino a 26.000 euro.
Le ultime due voci su cui concentrare l’attenzione sono il TFR e lo stipendio netto.
Il TFR è il trattamento di fine rapporto, erogato in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro a prescindere dalle cause. E’ un reddito a formazione graduale, pertanto in busta paga troviamo il TFR lordo annuo (somma delle mensilità maturate diviso 13,5) e l’imponibile TFR (somma di tutte le quote maturate anno per anno). Questo dato non è detto che sia mostrato in tutte le buste paga.
Lo stipendio netto, cioè i soldi che arrivano al lavoratore, è l’ultima voce della busta paga. Come si calcola? Sottraendo alla retribuzione lorda gli oneri sociali e le trattenute fiscali a carico del lavoratore dipendente.